La splendida mostra di Canova e Thorvaldsen conclusasi di recente a Milano presso Le Gallerie d’Italia ha messo a confronto due massimi esponenti della scultura. I loro capolavori sono celeberrimi, immortali, replicati, riprodotti e reinterpretati nei secoli e in tutto il mondo. I due artisti con le loro opere ci hanno messo di fronte al grande quesito sulla bellezza e sul potere della scultura. Nelle loro sculture Canova e Thorvaldsen hanno cercato di evidenziare le passioni umane scolpendole a tutto tondo nelle figure della mitologia classica. A loro volta le loro sculture sono diventate nell’immaginario collettivo simboli delle passioni umane e icone che rimandano a sentimenti ed emozioni. L’amore, la dolcezza, la sensualità, la forza bruta, l’eleganza, la grazia, il dolore composto e infinite altre sfumature dell’animo umano.
La scultura da sempre cerca il bello e l’animo umano
La scultura con il suo plasmare i materiali più vari, il marmo, il bronzo, la terracotta, la cera, l’alabastro, l’argento o la pietra dura sfida la natura e rappresenta l’immateriale. Gli scultori, dai primitivi agli artisti contemporanei, esprimono a tutto tondo e con quanta più possibile forza espressiva le gioie e i tormenti tendendo al bello. Che sia una scultura greca che esprima grazia o che sia una figura in ceramica di Lucio Fontana che esprima la passione di Cristo sulla croce, è sempre materia plasmata e modellata per comunicare l’uomo all’uomo cercando di perseguire il concetto di bello.
Come possiamo valutare una scultura?
Banalmente potremmo dire da una firma. Spesso questo ci aiuta perché tanto più l’artista è noto tanto più il valore sarà alto. Eppure nella scultura antica occorrono ricerche per arrivare a stabilire chi sia l’autore di una scultura e non sempre si arriva a trovarne l’artista. Ed è a questo punto che deve subentrare la sensibilità dell’esperto che ne valuti la potenza espressiva e insieme l’esecuzione. Cosa guardare in una scultura? A dimostrazione che la scultura sia la materializzazione di un’emozione, la prima cosa che ci colpisce è cosa ci comunica e come. Un sentimento espresso con la composizione, con un modellato carico di pathos. Poi solo in un secondo tempo scrutiamo i particolari e analizziamo il lavoro se ben fatto.
I bozzetti
Spesso ci troviamo anche di fronte alla valutazione dei bozzetti che sono la materializzazione della prima volontà creatrice dell’artista, lo schizzo di una volontà, il primo segno di un’idea che lo scultore lascia al mondo. E in questo possiamo individuare il bello: proprio nello schizzo c’è una prima ricerca di equilibrio e di canoni estetici.
Che siano opere compiute, meditate e ripensate come spesso accade nelle opere dei grandi artisti o che siano bozzetti, le sculture imitano e gareggiano con la natura nel voler esprimere con delle forme belle l’invisibile che è l’anima.