Lo stile Luigi XVI rappresenta appieno il Neoclassicismo francese, caratterizzato dal ritorno della linea retta e forme geometriche, decorazione ordinata con elementi che richiamano l’architettura classica. Questo stile precede di qualche anno la reggenza di Luigi XVI (1774-1793), da cui appunto prende nome.
Dagli anni sessante del Settecento vi è una rinuncia alle forme bombate a favore di linee più raffinate, semplice e sobrie. Una compostezza delle forme, dunque, si contrappone alle forme complesse e bizzarre del rococò, che caratterizzano lo stile conosciuto in Francia come Stile Luigi XV, che definì l’epoca precedente.
Il fil rouge dello stile Luigi XVI è senz’altro il richiamo alla cultura classica sia greca che romana. Il rinnovato interesse è senz’altro suscitato dai rinvenimenti archeologici di Ercolano nel 1738 e di Pompei dieci anni dopo. Anche grazie a questi rinvenimenti, si diffonde l’idea di un nuovo modello perfetto da imitare.
I mobili in stile Luigi XVI
Il ritorno al modello classico porta a prediligere una compostezza geometrica e decorazioni simmetriche.
I mobili sono eleganti, raffinati e leggeri e con un richiamo allo stile Luigi XIV. I mobili più in voga durante questo periodo sono senza dubbio la commode e il secrétaire, inizialmente caratterizzati da ricche decorazioni in bronzo, madreperla o porcellana e poi, verso la fine del Settecento, caratterizzati invece da decorazioni con ispirazione classica più semplici.
Lo stile impone l’utilizzo di legni esotici quali il mogano e l’ebano o legni di colorazioni chiara, come il rovere e il ciliegio. I piani di tavoli, cassettoni e consoles sono poi talvolta abbelliti da marmi, preferibilmente chiari e talvolta ricoperti con seta. I mobili possono anche essere intarsiati con panneggi, cordoni e nappe, medaglioni o cammei. Anche le decorazioni rispettano lo stile raffinato e sobrio, rimanendo eleganti e leggere.
Ancora oggi, i mobili in stile Luigi XVI sono sinonimo di raffinatezza ed equilibrio.
Gli arredi in stile Luigi XVI
Anche gli arredi in stile Luigi XVI presentano forme geometriche e un gusto raffinato ed elegante. Sono curati nei minimi dettagli e la tecnica di realizzazione è impeccabile, tanto da rendere quasi impossibile crearne delle copie.
Gli elementi decorativi evocano temi classici con motivi geometrici o inserti in bronzo dorato, decisamente più sobri e meno bizzarri a confronto delle decorazioni rococò. Intarsi e decorazioni raffigurano spesso scene mitologiche, ma non mancano motivi floreali, ghirlande o foglie d’alloro.
L’ebanista Giuseppe Maggiolini in Italia
In Italia, uno dei più grandi ebanisti del periodo neoclassico italiano è Giuseppe Maggiolini. Viene infatti ricordato come il “maestro d’intarsio” o meglio, il “maestro in ebanisteria”. Il nome di Maggiolini è da sempre legato alle decorazioni ebanistiche di mobili, tra i quali soprattutto cassettoni, comodini, stipi, cofanetti e scatole-scrigno.
Ha lavorato per le maggiori famiglie milanese e anche per le maggiori corti europee. Si è specializzato soprattutto nella realizzazione di cassettoni, arrivando ad utilizzare quasi novanta tipi di legni differenti, tra i quali mogano, ebano, acero, ulivo, biancospino.
I suoi mobili, in perfetto stile neoclassico, sono caratterizzati da pure linee geometriche che conferiscono un gusto sobrio e raffinato al tempo stesso. A Giuseppe Maggiolini è attribuita l’invenzione del tavolo a letto, commissionato dagli Asburgo, in particolare dall’Arciduchessa Maria Beatrice in seguito ad un’influenza.

Impiallacciati in mogano e intarsiati in legni diversi

Parabiago, 1804