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Mettetevi comodi! …su un divano antico o moderno

Nasce il divano

L’evoluzione dell’arredo nella storia ha visto e vede l’arrivo o la scomparsa di mobili e oggetti a seconda di come l’uomo cambia il suo modo di abitare la casa. Eppure una volta comparso il divano, lui, vuoi per comodità, non è più uscito di casa. È diventato un arredo irrinunciabile, l’indice di agio e comodità. Da semplice panca con schienale in legno è andato trasformando il confort grazie alle imbottiture e alle forme.

Il divano nel Settecento e Ottocento

Dal Settecento il divano ha un ruolo di primo piano nei salottini e lungo le grandi pareti dei saloni e delle sale da ballo, alternato a poltrone, panchetti e consoles. Ecco comparire i bellissimi divani ad orecchioni lombardi con i braccioli estroflessi e a ricciolo. In Veneto o in Piemonte gli schienali seguono le sagome a volute e gli intagli più fantasiosi. La doratura e le tappezzerie poi rendono il divano quasi un gioiello. Così si continua nel gusto Luigi XVI, Impero, Napoleone III e per tutto l’Ottocento.

Le comodità del Novecento

Le cose e le case cambiano nel Novecento. Il divano entra in dimore più piccole e sono un arredo per tutti. Nel primo decennio del Novecento la struttura è ancora rigida pensiamo a Thonet e ai divanetti di Josef Hoffmann. Ma già negli anni ‘20 divani e poltrone cambiano radicalmente aspetto. Pensiamo alle sedute di Marcel Breuer o di Mies van der Rohe o di Le Corbusier o Eileen Gray.

Il divano in salotto

Il divano ora è quasi solo in salotto, cioè la stanza che ha ereditato la funzione dei salottini del passato. Luogo dedicato all’otium, cioè alla lettura, al riposo, all’incontro con gli ospiti, all’ascolto della musica e poi, inevitabilmente, alla visione del magico schermo televisivo.

Negli anni ‘50 il design degli Eames e dei designer scandinavi portano ad un’ulteriore modifica estetica del divano spesso dettata da uno studio ergonomico. Il divano diventa oggetto di decorazione a volte folle e sperimentale tra gli anni ‘60 e ‘70, si ricordi Verner Panton o gli italiani Gio Colombo, De Pas, D’Urbino, Lomazzi o i gruppi Strum e Archizoom. Diventano puri imbottiti dagli anni ‘70 in poi fino ad oggi, a sancire il luogo di relax per eccellenza con modelli di Alessandro Mendini, Mario Bellini, Afra e Tobia Scarpa. Gli anni ‘80 e ‘90 ci hanno regalato un po’ di stravaganza con Gaetano Pesce, Ron Arad, Philippe Stark, Marc Newson.

Oggi i designers e le firme dell’arredo ci invitano a metterci comodi su divani sempre più lineari, sempre più minimal e certamente confortevoli. Ma la linea retta può ben convivere con un ricciolo rococò, magari (forse) meno comodo ma così carico di storia e di decoro.



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