Che un qualsiasi luogo d’Italia valga il viaggio è un assioma. Ci sono però luoghi d’arte magici spesso passati di moda o fuori dai noti percorsi classici che sanno arricchire la nostra immaginazione o riportarci nel passato con grande forza.
Un parco con i mostri alla Jurassic Park voleva suscitare stupore, paura e ammirazione già nel XVI secolo. Eppure, senza nulla togliere a Steven Spielberg, il Parco dei Mostri di Bomarzo in provincia di Viterbo ha qualcosa in più da dire o da chiedere allo spettatore…
Luoghi d’arte: la progettazione del Sacro Bosco
Progettato dal Principe Pier Francesco Orsini detto Vicino Orsini e dall’architetto Pirro Ligorio nel 1552, il parco rappresenta l’esempio di quella cultura architettonico-naturalistica tipica del Cinquecento. Il “Sacro Bosco”, così lo volle chiamare il suo ideatore, rappresenta tuttavia una rarità tra i luoghi d’arte anche per il suo tempo; non si tratta infatti di un classico giardino all’italiana delineato secondo precise geometrie e prospettive, né aiuole, né rasserenanti giochi d’acqua.
Bomarzo è un susseguirsi irregolare di sculture in massi di piperino scolpiti come mostri, draghi, soggetti mitologici e esotici, sedili, obelischi spesso con scritte incise, motti o indovinelli, persino una casa pendente. Difficile da decifrare perché svincolato dalle logiche dei calcoli che normalmente regolavano l’architettura dei paesaggi; è stato luogo di indagine di molti studiosi che tentarono di decodificarne significati e regole di costruzione. Rimane un mondo surreale dove la vegetazione si insinua o fa da sipario alle opere di pietra.
Le Sfingi che accolgo all’ingresso ci preannunciano una visita che ci metterà alla prova con due scritte da interpretare: “chi con cigli inarcate et labbra strette non va per questo loco manco ammira le famose del mondi moli sette” e l’altra: “tu ch’entri qua pon mente parte a parte e dimmi poi se tante meraviglie sien fatte per inganno o pur per arte”.

Alla morte del Principe che lo ideò, il parco cadde dimenticato ma dopo secoli rivalutato dai viaggiatori del Gran Tour come Lorrain, Goethe e poi da artisti sognatori come Dalì, fino ad essere lo scenario di uno splendido documentario realizzato da Michelangelo Antonioni.
Se non sapete quali luoghi d’arte visitare quest’estate, il Sacro Bosco sarà sicuramente un posto magico da riscoprire!