Cenni bibliografici
Michelangelo Merisi, noto come Caravaggio, si forma a Milano e acquista ben presto fama internazionale esercitando influenza sulla pittura barocca nel corso del XVII secolo. Egli è poi dimenticato, fino a una sua riscoperta nel XX secolo, ad oggi rappresenta uno dei più celebri pittori italiani ed internazionali.
Il Caravaggio si forma a Milano presso la bottega del bergamasco Simone Peterzano, che si proclamava allievo di Tiziano. L’apprendistato a bottega dura per ben quattro anni durante i quali il pittore apprende le lezioni dei maestri della scuola pittorica lombarda e veneta.
In seguito all’apprendistato, si trasferisce a Roma dove risiede presso la bottega di Lorenzo Carli, pittore siciliano. Si sposta poi probabilmente a Venezia, i suoi legami con la scuola veneta di Giorgione, Tiziano e Tintoretto sono infatti evidenti.
All’apice della sua fama ed in seguito ad un duello in cui uccide Ranuccio Tomassoni, il pittore è costretto alla fuga alla volta di Napoli, città in cui tornerà durante i suoi ultimi anni di vita. Caravaggio muore a soli 38 anni, il 18 luglio del 1610 a a Porto Ercole.
Lo stile pittorico
Il pittore italiano è indubbiamente l’artefice di una vera e propria rivoluzione artistica. La svolta sta nel naturalismo che caratterizza i dipinti caravaggeschi, egli è infatti capace di dare forme tridimensionali a soggetti ed atmosfere. Ed lo fa utilizzando con maestria giochi di luce che vanno ad illuminare teatralmente i volumi dei soggetti.
I soli protagonisti della scena sono quindi i soggetti, lo sfondo passa in secondo piano e spesso non viene nemmeno dipinto. Le sue opere dunque sono facilmente riconoscibili dagli abili giochi di chiaroscuro che mettono in luce figure plasmate e concepite come intense apparizioni pregne di simbolismo.
Si pensa che per portare a termine l’effetto da lui desiderato, il pittore si servisse di vere e proprio lanterne che posizionava in bottega per poter studiare gli effetti della luce sui corpi, protagonisti dei dipinti caravaggeschi.
I soggetti
Caravaggio rappresenta spesso nei suoi dipinti prostitute o giovani ragazzi con i quali si presume intrattenesse rapporti sentimentali. Inoltre, egli spesso rappresenta personaggi vecchi e deformi e per questo alcuni critici lo hanno accusato di esaltare l’inadeguatezza e la “sporcizia” dell’uomo allontanandosi dalla ricerca dell’idealizzazione dei canoni di bellezza.
Si trovano poi, soprattutto nelle opere più “giovani” del Caravaggio, nature morte, tra cui la famosissima Canestra di frutta della Pinacoteca Ambrosiana. Tra le sue opere invece, meno frequenti sono invece i ritratti.
Nel periodo compreso tra il 1600 e il 1606, il pittore riceve importanti committenze per alcune chiese romane e realizza tele e pale d’altare. Infine, molti quadri di Caravaggio rappresentano Santi.
Alcune delle sue opere più famose

Olio su tela, cm 31×47
Pinacoteca Ambrosiana – Milano

Olio su tela, cm 230×175
Basilica Santa Maria del Popolo, Cappella Cerasi – Roma

Olio su tela, cm 322×340
Chiesa di San Luigi dei Francesi, Cappella Contarelli – Roma

Olio su tela, cm 141×175
Pinacoteca di Brera – Milano
La moderna riscoperta
Oggigiorno tutti amano e apprezzano i dipinti caravaggeschi, tuttavia non è sempre stato così. Infatti il pittore per anni fu messo in ombra per tornare in auge solo verso la metà del XX secolo.
Grazie ad alcuni storici, tra cui Roberto Longhi, la sua importanza è stata riconosciuta e messa in luce. E’ stato anche coniato un termine, “Caravaggismo”, che indica niente di meno che lo stile che alcuni pittori adottano ispirandosi a lui. Tra questi ricordiamo Jusepe de Ribera, Nicolas Régnier, Mattia Preti, Luca Giordano e ancora Battistello Caracciolo, Orazio Gentileschi, Bartolomeo Manfredi, Giovanni Baglione, Orazio Riminaldi, Simon Vouet, Nicolas Tournier.