Giovanni Ponti, detto Gio, è stato uno dei più importanti architetti e designer italiani del dopoguerra. Nasce a Milano il 18 novembre 1891 e muore nella stessa città il 16 settembre 1979.
Di Ponti sono note non solo le sue opere architettoniche ma anche la produzione seriale di oggetti d’arredo caratterizzati da un nuovo design, gusto e attenzione al dettaglio e alla scelta dei materiali.
Egli infatti ricerca fin da subito la sua rielaborazione del concetto di abitazione. Ponti intende l’abitazione non una mera opera architettonica ma anche arredo interno e oggetto domestico.
Gli esordi di Gio Ponti
Dopo aver sospeso gli studi a causa della prima guerra mondiale si laurea in architettura nel 1921 presso quello che sarà il Politecnico di Milano. Subito dopo la laurea, Gio Ponti apre uno studio di architetti insieme a Mino Fiocchi ed Emilio Lancia. Successivamente collaborerà con gli ingegneri Antonio Fornaroli e Eugenio Soncini.
A seguito della sua partecipazione alla Biennale delle arti decorative, viene coinvolto nell’organizzazione delle Triennali di Milano e Monza. Ponti si dedica fin da subito, oltre che all’architettura, alla sua grande passione per l’arte e l’artigianato.
Negli anni ’20 si dedica all’attività di designer di arte ceramica grazie all’incontro con i dirigenti della Manifattura Ceramica Richard Ginori. Dal 1923 fino al 1930 Ponti rinnova la loro intera produzione e coltiva la sua passione per la ceramica.
Numerose sono le riflessioni sull’utilizzo di tale materiale contenute in “Amate l’Architettura”, nel 1957. La produzione per la Richard Ginori è innovativa e tradizionale allo stesso tempo. Realizza con le tecniche più avanzate piatti, vasi e piccole sculture sempre ispirandosi però alla tradizione artigianale.
Gli anni Trenta e Quaranta
Nel 1928 fonda la rivista Domus. Domus rappresenterà il punto di riferimento del dibattito culturale dell’architettura e design italiano della seconda metà del Novecento. Secondo il pensiero pontiano l’arte, l’architettura e il design devono fondersi l’una con le altre.
Il fine è quello di creare un ambiente confortevole sia a livello di spazio sia a livello di “comfort dell’anima”. Tra le pagine della rivista trovano spazio le più disparate opere che aderiscono perfettamente allo spirito moderno: non solo case o abitazioni condominiali, ma anche ponti, infrastrutture e fabbriche.
Negli anni ’30 riceve numerosi premi nazionali ed internazionali e diventa, nel 1936, professore di ruolo alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano. Nel 1941 fonda la rivista Stile ed in questi anni inizia il suo periodo di più intensa e feconda attività sia nell’architettura che nel design. In questi anni collabora anche con Fornaroli e Rosselli.
La più nota e discussa opere pontiana: il grattacielo
L’opera indiscutibilmente più nota di Gio Ponti è la nuova sede della Pirelli, un eccezionale esempio di fusione riuscita tra architetti, ingegneri e committenza. Lo scopo era quello di creare un’opera che ancora una volta coniugasse le teorie dell’arte con quelle della tecnica.
Soprattutto grazie a tale opera Gio Ponti acquisisce fama all’estero e da qui in poi i suoi impegni oltralpe si moltiplicheranno. Tra le opere realizzate all’estero ricordiamo le famose Villa Planchart a Caracas, Villa Namazee e Teheran.
Gio Ponti e l’arredamento
Oltre alle grandi opere architettoniche, Gio Ponti nutre un grande interesse per la produzione nel settore dell’arredo. Ponti è promotore dell’industrial design italiano e propone la produzione in serie nell’arredamento di interni con soluzioni sofisticate e moderne.
Testimonianza e dimostrazione del suo amore per l’arredamento sono le sue tre abitazioni milanesi, arredate interamente “alla Ponti”. Le tre abitazioni sono quella in via Randaccio (1925), quella in via Brin (1957) e l’ultima in via Dezza, vero e proprio manifesto del suo design domestico.