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Carlo Scarpa: un’indagine sulla materialità e la forma

“Carlo Scarpa è senza dubbio uno di quei pochi architetti che, lontano da qualsivoglia concettualizzazione, coltivano un’attitudine quasi istintiva a scavare sempre più a fondo nelle profondità semantiche dello Spazio.” Seiichi Shirai (1977)

Carlo Scarpa è uno dei notevoli esempi che, pur avendo lavorato principalmente in Italia, hanno saputo far risuonare il proprio stile e il proprio lavoro in tutto il mondo, lasciando un’impronta indelebile nel mondo del design e dell’architettura del Novecento. Grazie alla sua visione audace e alla maestria nell’utilizzo dei materiali, Scarpa ha lasciato un’impronta indelebile nel corso della sua prolifica carriera; le sue opere d’arte continuano a suscitare ancora oggi ammirazione e a fornire ispirazione, rappresentando un connubio unico tra tradizione e innovazione.

Nato il 2 giugno 1906 a Venezia, fin da giovane dimostra una spiccata passione per l’arte e l’architettura, che lo porta a frequentare l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Durante gli anni dell’università, Scarpa si avvicina alla pratica del restauro e all’arte del vetro soffiato, sviluppando una profonda comprensione dei materiali, in particolare il vetro di Murano, e delle tecniche di lavorazione tradizionali. Nel 1926 consegue l’abilitazione in Disegno Architettonico e inizia a lavorare insieme a Guido Cirilli presso l’Istituto Universitario di Architettura di Venezia (allora noto come Istituto Superiore di Architettura di Venezia), svolgendo il ruolo di assistente.

Durante questi anni, Carlo Scarpa comincia a lavorare ai suoi primi progetti di arredamento, avviando la sua prima esperienza professionale presso la vetreria Paolo Venini, nel 1932, diventandone il direttore artistico fino al 1946. Parallelamente al suo impegno nell’azienda muranese, Scarpa sviluppa un crescente interesse per l’Oriente, le arti applicate e l’architettura organica di Frank Lloyd Wright.

La sua prima importante commissione arriva tra il 1935 e il 1937, che consisteva nell’intervenire sui prestigiosi ambienti dell’Università Ca’ Foscari a Venezia, nello specifico il Rettorato e l’Aula degli Atti Accademici: il progetto si distingue come uno dei più innovativi di quel periodo, mostrando la sua abilità nel combinare nuovi materiali con quelli preesistenti dell’edificio.

Museo di Castelvecchio a Verona

Per i suoi numerosi interventi architettonici e museografici, ha ricevuto importanti riconoscimenti. Tra questi, il Premio Nazionale Olivetti per l’architettura e la Medaglia d’Oro ai Benemeriti della Cultura e dell’Arte, il premio IN/ARCH e la medaglia d’oro per la cultura e l’arte dal Ministero per la pubblica istruzione, entrambi ottenuti nel 1962, mentre nel 1967 è stato premiato dalla Presidenza della Repubblica per l’architettura. Nel corso degli anni, ha ricevuto altri riconoscimenti prestigiosi, come quelli dall’Accademia Olimpica di Vicenza e dall’Accademia Nazionale di San Luca a Roma nel 1976.

Scarpa esprime la sua creatività e il suo talento partecipando anche a diverse mostre, sia come espositore che come organizzatore, in particolare la Biennale di Venezia, con la quale nel 1948 inizia una lunga collaborazione che si protrarrà fino al 1972. Queste esposizioni rappresentano un’opportunità significativa per Scarpa per mostrare il suo lavoro al pubblico, contribuendo a consolidare la sua reputazione nel campo dell’architettura e del design.

Difatti, sin dalle prime fasi della sua carriera, l’architetto veneziano si distingue per la sua versatilità e la sua capacità di andare oltre la tradizionale progettazione, costruzione e restauro di edifici, dimostrando una notevole competenza nella creazione degli arredi. Dalle architetture agli allestimenti museali, ai progetti di design, l’opera di Carlo Scarpa si distingue per l’inconfondibile tratto con cui riesce a coniugare l’amore per i materiali, l’attenzione al dettaglio e la sapiente elaborazione delle poetiche wrightiane e organiche, senza dover sacrificare la sua autentica e autonoma creatività.
Scarpa muore il 28 novembre 1978.

Le opere più importanti di Carlo Scarpa

Carlo Scarpa, Tomba Brion. Ph. di Jens Kristian Seier

Durante la sua carriera, Carlo Scarpa ha realizzato numerosi progetti architettonici, restauri e opere di design, che si distinguono per la fusione magistrale tra tradizione e modernità. Una delle opere più celebri di Carlo Scarpa è senza dubbio il Museo di Castelvecchio a Verona, completato nel 1964. In questo progetto, Scarpa combina abilmente elementi storici con un linguaggio architettonico contemporaneo, creando un’esperienza unica per i visitatori. La fusione dei materiali, come il calcestruzzo, il marmo e il ferro, si unisce alla perfezione nella costruzione, mentre gli spazi interni offrono un’atmosfera di armonia e bellezza.

Un’altra opera iconica di Scarpa è il restauro della Fondazione Querini Stampalia a Venezia, negli anni Cinquanta. Qui, Scarpa ristruttura il palazzo storico, integrando elementi moderni senza compromettere l’integrità della struttura originale, per offrire un’esperienza emotiva e sensoriale unica. E ancora, tra i suoi progetti maggiori si annoverano Villa Veritti a Udine (1961), il negozio Olivetti in piazza San Marco a Venezia (1956), piccolo gioiello di armonia e proporzioni, la tomba a Bion a San Vito d’Altivole (1970-1978), Villa Palazzetto a Monselice (1968) e la sede della Banca Popolare di Verona – conosciuta anche come Palazzo Scarpa (1981). È a quegli anni che risale anche l’incontro tra Carlo Scarpa e Dino Gavina, imprenditore visionario, fondatore del marchio Simon (oggi parte del catalogo di Cassina), per cui Scarpa realizza alcuni dei suoi arredi più iconici.

Oltre a queste realizzazioni urbanistiche, Scarpa ha realizzato numerosi progetti di design, tra cui il famoso Tavolo Doge (definito da Ettore Mocchetti “uno dei più bei tavoli della storia del design Italiano”), diventato un simbolo del design italiano e del movimento “Ultrarazionale” della fine degli anni Sessanta.

L’eredità di Carlo Scarpa

Carlo Scarpa è universalmente riconosciuto come uno dei più grandi architetti e designer del Novecento italiano. La sua genialità risiede nella sua abilità unica di unire passato e presente, creando opere architettoniche che si inseriscono armoniosamente nel contesto storico e culturale in cui sono collocate, ma allo stesso tempo portando un tocco di innovazione e contemporaneità. Scarpa era altresì noto per il suo approccio meticoloso e attento ai dettagli. Era un maestro nel lavorare con materiali e tecniche tradizionali, ma sapeva anche sondare vie alternative, utilizzando tecniche innovative e insolite, per ottenere risultati straordinari.

Tavolo Doge, Carlo Scarpa. Ph. Cassina

L’eredità di Scarpa nell’ambito del design è altrettanto significativa. I suoi progetti di design si distinguono per l’inconfondibile tratto con cui riesce a coniugare l’amore per i materiali, l’attenzione al dettaglio e la sapiente elaborazione delle poetiche di Frank Lloyd Wright e del design organico. La sua visione innovativa del design ha aperto nuove strade, ispirando molti designer successivi.

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